Science-Based Medicine, uno dei principali siti dedicati alla medicina basata su evidenze, ha recentemente esaminato una notizia allarmante riguardante la chiropratica. Un articolo pubblicato ad aprile nella rivista Seminars in Pediatric Neurology ha riportato la diagnosi di un infarto in un bambino di 6 anni, che sembrerebbe essere correlato a una manipolazione chiropratica del collo.
Sebbene non si possa stabilire con certezza un rapporto causale — complicato anche dal ritardo nella diagnosi — l’ipotesi rappresenta una delle spiegazioni più plausibili. L’infarto pediatrico è un evento estremamente raro e ci sono già segnalazioni di rischi, sebbene minimi, associati alle manipolazioni cervicali praticate dai chiropratici, che potrebbero danneggiare le arterie cerebrali.
Ma cosa implica concretamente la chiropratica? Esistono prove scientifiche che ne attestino l’efficacia? Nel libro Aghi, pozioni e massaggi: La verità sulla medicina alternativa (Rizzoli, 2008), il giornalista Simon Singh e il medico Edzard Ernst chiariscono le teorie e le pratiche dietro questa disciplina controversa.
La chiropratica, come molte altre forme di terapia alternativa, affonda le sue radici in un’intuizione di un singolo individuo, piuttosto che in un rigoroso metodo scientifico. Mentre altre pratiche alternative sono state guidate da figure come Samuel Hahnemann per l’omeopatia o Ryke Geerd Hamer per la Nuova Medicina Germanica, la chiropratica è stata fondata da Daniel David Palmer.
Palmer, privo di qualifica scientifica, si dichiarava guaritore e nel 1895 affermò di aver curato problemi di udito e patologie cardiache attraverso manipolazioni spinali. Queste esperienze segnarono l’emergere di una teoria secondo cui circa il 95% delle malattie deriverebbe da disallineamenti spinali, definiti sublussazioni, che ostacolerebbero il flusso dell’intelligenza innata del corpo, secondo le affermazioni di Palmer.
La diffusione della chiropratica non fu priva di opposizioni. Durante il XX secolo, molti professionisti della medicina iniziarono a contestare questa pratica, considerata più un culto che una disciplina medica legittima. Concetti come l’intelligenza innata e le sublussazioni non avevano e non hanno fondamento scientifico. Tuttavia, la comunità medica non riuscì a fermare l’espansione della chiropratica. Nel 1987, un’importante sentenza legale a favore dei chiropratici costrinse l’American Medical Association a rivedere la propria posizione, favorendo una certa collaborazione tra le due professioni.
Oggi, è possibile distinguere tra chiropratici “mixer”, che si concentrano sui problemi muscoloscheletrici e cercano un approccio più scientifico, e i “straight”, che si attengono rigidamente alla visione originaria di Palmer, promettendo cure per una vasta gamma di patologie, incluse asma e allergie.
Il consenso scientifico considera la chiropratica come una pseudoscienza. Le evidenze cliniche mostrano che l’unica condizione per la quale i trattamenti chiropratici possono risultare efficaci è il mal di schiena. Per altre affezioni, incluso il dolore cervicale, mancano dati solidi che ne supportino l’efficacia. Singh e Ernst sottolineano l’importanza di considerare anche quanto una pratica sia vantaggiosa rispetto ad alternative. La chiropratica ha dimostrato effetti simili a quelli di farmaci come l’Ibuprofene e l’esercizio fisico, ma le sedute ripetute possono risultare notevolmente più costose.
È cruciale che i pazienti esercitino un approccio critico e informato quando si rivolgono a un chiropratico, tenendo presente di verificare la formazione e la reputazione del professionista. Inoltre, è consigliabile optare per chiropratici che limitano le loro pratiche ai disturbi muscoloscheletrici e che si distaccano da tecniche diagnostiche non scientifiche.
In definitiva, scegliere un professionista che non pretenda di sostituirsi a un medico è fondamentale per la propria salute. Il possesso di una laurea in chiropratica — che in Italia non esiste — non equivale a una formazione medica completa. Se dopo alcune sedute non si ottengono risultati, è sempre meglio consultare un medico: eventuali miglioramenti successivi potrebbero dipendere semplicemente dalla naturale evoluzione della condizione e non dall’intervento chiropratico.