La chirurgia estetica è una medicina terapeutica mirata a trattare il disagio causato da parti inaccettabili della propria immagine, correggendo chirurgicamente dettagli che il paziente ritiene difetti inaccettabili. Questo è il campo della chirurgia. Pertanto, questo scopo è molto terapeutico. Pertanto, l’intervento di chirurgia estetica deve essere effettuato utilizzando le stesse modalità di qualsiasi altro intervento chirurgico: corretta diagnosi del problema, individuazione delle corrette indicazioni per l’intervento, scelta tecnica ed estetica delle correzioni eseguite, corretta esecuzione dell’intervento. T. Interventi pianificati utilizzando tecnologie all’avanguardia. La chirurgia estetica non deve essere considerata un bene di consumo. La chirurgia estetica è uno strumento terapeutico e deve essere utilizzata solo quando vi è la ragionevole certezza che risolverà il problema. La chirurgia estetica non può essere commercializzata semplicemente “vendendo” l’intervento desiderato dai pazienti. Detto così sembra facile, ma spesso la situazione si svolge così: il paziente si presenta, non esponendo un problema, ma richiedendo direttamente un intervento (il che presuppone quindi che abbia già fatto una diagnosi corretta e individuato l’intervento adeguato); Peccato che non necessariamente abbia indovinato la terapia giusta, e forse nemmeno la diagnosi era corretta! Ciò avviene facilmente, poiché l’estetica è un’arte difficile e non così intuitiva come può sembrare ai non addetti ai lavori; in estetica contano più le proporzioni che le dimensioni e talvolta è meglio aumentare un elemento piuttosto che ridurne un altro (ad esempio aumentando il mento o gli zigomi invece di accorciare il naso, o accorciando il prolabio, cioè la parte bianca del labbro, invece di aumentare il vermiglio, cioè la parte rossa). I gusti cambiano a seconda dell’epoca storica: oggi spesso non ci piace una linea che era in voga in altri tempi: se con una modifica rompiamo la vecchia armonia, dobbiamo crearne una nuova, non possiamo fare metà e metà. Ad esempio, se modifichiamo la linea esterna delle cosce, dovremo necessariamente adattare i fianchi e la superficie interna delle cosce, spesso anche la linea delle ginocchia. Altrimenti avremo fatto “una scarpa e uno zoccolo”. Spesso il paziente concentra la sua attenzione su un dettaglio, ma perde di vista l’insieme, ma è proprio l’insieme, e soprattutto l’armonia dell’insieme, a dare il risultato. Migliorare i dettagli non ha senso se non si migliora l’insieme. Se il viso non migliora, migliorerà il naso e se la figura non migliora, miglioreranno le cosce.