Andare in pensione molto prima dell’età stabilita è il sogno di molti, ma non è del tutto irrealizzabile. Esiste un modo per farlo.
Nel contesto attuale, andare in pensione può sembrare un obiettivo lontano e complesso da raggiungere, soprattutto con le stringenti regole imposte dalla legge Fornero. Tuttavia, esiste una possibilità che potrebbe cambiare le carte in tavola per molti lavoratori.
Per andare in pensione di vecchiaia, la normativa vigente prevede che bisogna avere almeno 67 anni. Tuttavia, esiste un’opzione per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro: scopriamo come funziona questa importante novità.
Pensione anticipata con 35 anni di contributi: come funziona la nuova opportunità
Esiste un’opzione per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro: la pensione anticipata ordinaria, ossia la già citata legge Fornero. Questa misura non considera l’età anagrafica ma si basa esclusivamente sugli anni di contributi versati. Per accedere alla pensione anticipata ordinaria, gli uomini devono aver versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre le donne devono avere almeno 41 anni e 10 mesi di contributi.
Questo requisito, però, rende possibile la pensione anticipata solo per chi ha iniziato a lavorare in giovane età (almeno al compimento del 18esimo compleanno), una situazione sempre meno comune oggi, dove spesso si inizia a lavorare regolarmente molto più tardi. Ma non c’è da scoraggiarsi subito. Per coloro che non raggiungono i requisiti della legge Fornero, esiste un’alternativa chiamata “Opzione Donna“.
Introdotta nel 2004 durante il secondo governo di Silvio Berlusconi e recentemente confermata anche per il 2024 dal governo di Giorgia Meloni, questa misura consente alle lavoratrici di andare in pensione con solo 35 anni di contributi. Come funziona?
Opzione Donna permette alle lavoratrici di andare in pensione con un’età variabile in base alla loro situazione familiare:
– 61 anni per le lavoratrici senza figli;
– 60 anni per chi ha un figlio;
– 59 anni per chi ha almeno due figli.
C’è una cosa importante da prendere in considerazione: non tutte le donne possono beneficiare di questa misura. Essa infatti è riservata a specifiche categorie di lavoratrici, tra cui:
– Caregiver (coloro che assistono familiari non autosufficienti);
– Disabili con invalidità pari o superiore al 74%;
– Disoccupate;
– Dipendenti di aziende in crisi;
Fino al 2022, Opzione Donna era accessibile a tutte le lavoratrici. Tuttavia, dal 2023, a causa di limitazioni economiche, la platea delle beneficiarie è stata ridotta e l’età pensionabile è stata aumentata. Prima del 2022, le lavoratrici dipendenti potevano andare in pensione a 58 anni e le lavoratrici autonome a 59 anni. Il requisito minimo di 35 anni di contributi è rimasto invariato.
Un aspetto importante da considerare è che Opzione Donna prevede il ricalcolo dell’importo della pensione con il sistema contributivo. Questo potrebbe portare a un assegno mensile inferiore rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare con altri sistemi di calcolo. Quindi, è fondamentale valutare attentamente questa opzione in base alla propria situazione economica e contributiva.