Affittare un immobile in nero è molto pericoloso sia per il proprietario sia per l’inquilino. A quanto ammontano le sanzioni? Scopriamolo.
Per affittare o subaffittare un immobile, devono essere rispettati una serie di requisiti imposti dalla legge in materia di locazione. Lo stesso principio vale anche nell’ipotesi in cui l’operazione coinvolga solo alcune parti di un edificio. Il nostro ordinamento giuridico, infatti, non distingue tra locazione parziale e integrale di un immobile per quanto riguarda gli obblighi di contratto.
Anche nel caso in cui l’affitto coinvolga una sola stanza, dunque, bisogna scegliere uno dei modelli contrattuali previsti dalla legge, stipularlo in forma scritta, registrarlo e dichiarare i canoni al Fisco. Una delle ipotesi più frequenti di affitto in nero è quella che coinvolge le locazioni parziali dell’immobile (ad esempio, solo una stanza). Si tratta di un fenomeno particolarmente diffuso tra i giovani universitari fuori sede o i lavoratori. Cosa rischiano il proprietario e l’inquilino in caso di affitto in nero? Al riguardo la legge è molto chiara.
Affittare una stanza in nero è davvero pericoloso? Ecco la verità
L’affitto in nero di un immobile o di una parte di esso si verifica quando il contratto di locazione non viene registrato presso l’Agenzia delle Entrate e, dunque, si omette sia il versamento dell’imposta di registro sia il pagamento della tassazione dei canoni di locazione.
Del mancato pagamento dell’imposta di registro sono considerati responsabili sia il locatore sia il conduttore, uniti dalla cd. responsabilità solidale. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate può pretendere il pagamento della tassa da entrambi (con le relative maggiorazioni). Per l’evasione dell’imposta sull’IRPEF, invece, è responsabile solo il locatore.
Se si affitta o subaffitta una stanza in nero, si va incontro anche a delle conseguenze di ordine civilistico. Il contratto, infatti, è ritenuto nullo, con la conseguenza che il locatore non può pretendere il pagamento del canone in sede giudiziale e non può eventualmente ricorrere alla procedura di sfratto nei confronti del conduttore. Allo stesso tempo, il locatore non può chiedere il rispetto della durata minima del contratto prevista dalla legge né ottenere tutele per il rispetto delle clausole contrattuali.
La legge prevede delle sanzioni anche per l’inquilino che occupa una stanza in nero. Il Fisco potrebbe pretendere da quest’ultimo il pagamento dell’imposta di registro con le relative sanzioni (in virtù del principio della responsabilità solidale tra locatore e conduttore). L’inquilino, infine, non può chiedere il rispetto delle clausole contrattuali; di conseguenza, se il locatore dovesse cacciarlo prima, non avrebbe il diritto di adire il giudice per il rispetto del contratto.